I.P.S. "F.S. Cabrini"

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Primo giorno di scuola all’I.P.S.“Cabrini” fra timori e entusiasmo. I ragazzi: «Strano vedersi senza mascherine»

 

 

Il sorriso è nuovamente visibile senza i dispositivi di protezione individuale.

Si torna in classe con il sorriso nuovamente visibile. Senza protezioni, entrate scaglionate e distanziamenti di sorta, i ragazzi riscoprono la scuola pre-covid. Baci e abbracci non sono più un tabù. «Ormai è strano vedersi senza mascherine», dice Gianmarco Fortunato, 17anni, all’ingresso dell’Istituto. Per lo studente che sogna di diventare un fotografo professionista inizia il penultimo anno di superiori: «Ma solo il primo anno per me è stato normale», racconta. Dopodiché lavagna, cattedra e banchi sono stati sostituiti dallo schermo di un pc. «Il primo anno è stato il più bello, poi è stato tutto complicato», ammette. Ingenito Gabriel è emozionato: per lui inizia una nuova avventura, senza i limiti imposti da mascherine e distanziamento sociale. Le compagne di scuola più grandi, tuttavia, hanno qualche timore in più. «Tornare in presenza dopo tre anni di pandemia è bello, ma ho un po’ d’ansia», racconta Simona Pavone, un attimo prima di entrare.«È stata dura – racconta Sara Galileo – abbiamo avuto tutti difficoltà, io ho dovuto fare le ripetizioni per mettermi in pari». Da oggi è un’altra storia, come si evince dalla corsa dei ragazzi al suono della campanella per accaparrarsi il miglior banco, insieme al compagno preferito.«Normale per modo di dire, la situazione non è come prima del covid»,dice Giuseppe Linardi con un pizzico di realismo in più.

Il primo giorno di scuola termina a mezzogiorno. Una folla di studenti si riversa sul marciapiede di via Dante Alighieri. Selfie e abbracci ancora una volta. Antomella Lanucara, risponde: «Com’è andata? Abbiamo conosciuto i nuovi prof, è stato tutto molto diverso, c’è sicuramente molto entusiasmo». Ride insieme alle sue amiche, e per la studentessa che ha trascorso i primi anni di scuola tra dad e distanziamento a novità è la ritrovata normalità:«In cortile non siamo mai stati tanti quanti oggi».

Per noi docenti la giornata odierna rappresenta l’inizio una nuova avventura. Nuovi studenti, nuovi volti da osservare, nuove fragilità, nuove intemperanze. E soprattutto una sfida nuova perché c’è sempre la voglia di cambiare e di non ripetere gli schemi del passato, per non annoiarci e per non annoiare loro. La sfida è sorprenderli e stupirli, senza ricorrere alle tecniche nuove che, appena nate, sono già vecchie: flipped classroom o cooperative learning. La vera novità è l’affabulazione, il mettere insieme la realtà, l’esperienza e il sogno, usando – questo sì – i tempi odierni, sincopati e scattanti ma senza dimenticare che l’apprendimento passa anche attraverso la fatica e la noia, quel tempo vuoto, secondo gli antichi, dedicato alla contemplazione di sé, alla riflessione e all’approfondimento. E per fare questo – lo sappiamo tutti , ma a scuola è ancora più importante – , bisogna staccare tutto, log out e accettare il vuoto e il silenzio.

 

Primo giorno scuola